Ecco i tre vincitori dell’edizione 2018 del Premio Lettera 22
La Giuria ha decretato i vincitori di questa edizione del Premio di Critica Teatrale Lettera 22
Vincitore over 30: Marzio BADALì classe 86, svetta con un punteggio di 89,5.
A lui il premio di euro 500,00 punti, in quanto over 30 *a
Motivazioni della Giuria:
C’è qualcosa di tellurico, di ambientale, di antropologico e di materico, nella scrittura critica di Marzio Badalì riservata a “Macbettu” di Alessandro Serra, che occasionalmente, ma anche indiziariamente, convince a riguardo d’una vocazione alla testimonianza concreta e fisica delle pratiche sceniche. In maniera insopprimibile il caso di questo spettacolo, tragedia nuragica in memoria d’una cupezza arcaica della Scozia di Shakespeare, rivela, nella testimonianza agra e rocciosa di Badalì, un linguaggio monolitico che sa citare, richiamare, trasporre in ‘limba sarda’ il testo classico, e ci fa rivivere con una partitura di sintoniche musicalità lessicali la barbarie oscura, corporea e pietrosa di una saga primordiale. L’esempio di questo intervento speleologico su una materia dotata di substrati e retaggi remoti ci dà certezza che le declinazioni inesorabili evocanti un fantasy sanguinario trovano l’indole del nostro critico disposta a metamorfosi ormonali, lessicali e strutturali tali da prefigurare una statura di scrittore imprestato all’approfondimento teatrale. C’è qualcosa di endemico, di irruento, di anatomico, nel suo pezzo riflessivo su “Macbettu”, da far supporre che per provvido camaleontismo intellettuale la sua facoltà critica si invererà, per mutamenti dettati dall’oggetto recensito, in una silloge di stesure molto in tono ogni volta con l’assunto del lavoro rappresentato. Siamo fin d’ora curiosi delle prossime puntate.
A lui va il premio di 1.000 euroa
Motivazioni della Giuria:
Tra i compiti più difficili della nostra critica di oggi c’è quello di interfacciarsi con le realtà internazionali. Iacopo Gardelli ci ha presentato lo spettacolo scelto ponendo innanzitutto la propria presenza come testimonianza. Un’osservazione partecipata, ricca di elementi di contesto e di citazioni estratte dalle parole dell’opera, dai suoni della sala, dalle luci e, cosa ancora più importante, in grado di restituire la temperatura della platea. Il complesso esperimento dell’artista svedese viene rivissuto in una forma scritta dinamica e contemporanea, che non risparmia i dubbi attraversati, ma nella struttura composita ritrova il pregio della complessità. Come diceva Susan Sontag, “la vera arte ha il potere di renderci nervosi”; e l’opera non andrebbe mai addomesticata. In questo, soprattutto, riesce il giovane critico, al quale ci auguriamo che il nostro aiuto possa servire per abitare ancora di più i contesti, gettare gli occhi, l’attenzione e il cuore sempre oltre i confini, continuando a ritrovare nella critica il valore della testimonianza e della consapevolezza dei processi artistici.
A lei il premio CUE Press: 3 volumi a scelta dall’ampio catalogo e un abbonamento annuale alla piattaforma
Motivazione della Giuria:
Con uno stile chiaro e fluido Federica Guzzon è riuscita a inserire nel corpo di una recensione tutti i dati di cronaca necessari, accompagnando il lettore attraverso le porte dell’evento per poi porre, in maniera personale, le domande fondamentali del testo. La struttura rende con grande pregio il percorso di analisi svolto dallo sguardo critico e traduce la complessità del mezzo teatrale in frasi concise e tuttavia articolate dal punto di vista semantico. Non manca un giudizio (positivo, in questo caso) al lavoro di tutte le maestranze coinvolte. Con questa umile menzione speciale, trasmettiamo il piacere di accompagnare questa giovane firma alla scoperta del vivido e appassionante mondo del teatro contemporaneo. Che un attento monitoraggio editoriale come quello di CuePress possa aiutarla a riscoprire le trame nascoste e le potenzialità sociali e politiche di questa arte del tempo presente.